L'antitesi Io-Ombra
- lisamarchetta
- 7 set 2018
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 12 set 2018

Chi di noi non ha toccato con mano, almeno una volta, il negativo, il "male", il buio che ha in sè? Ci auguriamo che sia accaduto di tanto in tanto a tutti di osservare il negativo al proprio interno, perché in caso contrario Jung affermerebbe, e con lui tutta la psicologia analitica, che sta scindendo da sè l'Ombra. Eventualità che conduce ad essere agiti dal male, più che ad agirlo. È bene quindi conoscere il "lato oscuro" di noi stessi, la parte di male che ci è toccata in dote. Favole, miti, romanzi, la cinematografia, i fumetti ecc., sono intrisi di personaggi così detti cattivi, o di essere umani in lotta tra il bene e il male che ci ricordano l'eterna guerra degl'opposti, questione che tanto spazio ha occupato negli studi junghiani.
Così come dall'indistinto caos primigenio fuoriescono, separandosi, diversi elementi, da una coscienza comune - usando il linguaggio hegeliano – ha avvio il processo di differenziazione delle varie parti di sé. Una di queste, come dicevamo, oggetto di studio della psicologia analitica, è l'Ombra. La conoscenza del nostro lato oscuro avviene anche grazie alla proiezione nel mondo di una parte d’ombra, elemento misterioso e inconoscibile: l'individuo si riappropria della densa nube emotiva che indossa capendo di esserne il fautore come lo è dell'ombra che di giorno lo segue. Nube che gli toccherà conoscere, districare, tener stretta a sé, se non vorrà fare la fine dei tanti dott. Jekyll della storia che, compiendo indissolubilmente di giorno il loro dovere, espiano di notte le loro virtù. Si tratta di evitare che l'Ombra agisca tramite noi, senza il nostro consenso e anche senza mai sapere di lei, trasformando il nostro Jekyll, figura di ineccepibile moralità, nel suo contrario Mister Hyde. Stevenson aveva descritto, nel suo famoso racconto, le conseguenze di quello che gli psicoanalisti definiscono "scissione" e cioè della vita di parti autonome di noi (separate da noi) di cui siamo inconsapevoli e che, come c'insegna Jung, hanno più a che fare con i nostri difetti, sentimenti, debolezze, che non con le nostre virtù. È infatti Jung ad affermare: " l'incontro con sé stessi appartiene a quelle cose spiacevoli che si evitano fino a quando si può proiettare il negativo sull'ambiente". Evitiamo di guardarci in quello specchio che non può più dire che siamo "i più belli del reame". L'incontro con l'Ombra può essere il peggior incontro della vita di un uomo, eppure esso è necessario. Jung si è occupato a lungo di "opposti" e di archetipi e ne ha individuati alcuni, presenti necessariamente in ognuno di noi: l'Ombra è uno di questi. Passiamo ora ai termini tecnici, alla definizione di Io e Ombra che ne dà il dizionario junghiano.
Secondo la definizione del Pieri (Dizionario Junghiano, p.389), il termine Io è utilizzato da Jung nel significato di "complesso funzionale di rappresentazioni che costituisce il centro della coscienza e che il soggetto sperimenta come identico e continuo con se stesso. [...] All'io vengono psicodinamicamente a contrapporsi un Non Io e un alter ego, ovverosia la sua Ombra." L'Ombra è definita (p.487-488) invece "la parte oscura della psiche", "inferiore e indifferenziata", "un'unità complessa dotata di una vitalità autonoma che è fondamentalmente il negativo di ciascun individuo". Solitamente, nelle fiabe di magia e nei miti, la "lotta" tra Io e Ombra è rappresentata dall'eroe e dal mostro che esso deve sconfiggere. Ulisse e Polifemo sono emblema di questa lotta, come rappresentato nell'immagine a lato. La Psicodialettica individua tre viaggi che l'analizzando dovrebbe portare a termine. Il primo ha un'ascendenza freudiana, il secondo junghiana e il terzo viene definito di "disidentificazione". Per la Psicodialettica l'incontro con l'Ombra individuale, e la sua integrazione nella vita psichica, è la meta del secondo viaggio, quello di ritorno. Il primo viaggio ha un'ascendenza freudiana: attraverso il riconoscimento delle proprie parti interne, tramite la "confessione" del soggetto e il rispecchiamento dell'analista, l'analisi dei sogni e dell'inconscio individuale tramite essi, l'io cresce e si rafforza. Solo a questo punto può finalmente guardare in volto l'altro da sé che, in questo caso, è la nube emotiva deposta nel suo interno e che, districata, rilascia energia e dà "spessore" all'individuo. Nel primo viaggio, quello di ascendenza freudiana, quindi, è l'Io ad essere messo al centro: conoscere il proprio mondo interno, percepire un senso di continuità della coscienza e differenziarla dal Non Io ne è la meta; quando l'Io è sufficientemente forte – pensiamo ad Ulisse e a quanto fu lungo il suo viaggio d'andata, dalla guerra di Troia fino alla permanenza sull'isola di Calipso e alla solitaria traversata in mare tra demoni di ogni tipo, tutto fa pensare al primo viaggio come ad una lunga preparazione al secondo, quello di ritorno - intraprende il secondo viaggio, dove la lotta con i Proci che stanno occupando la sua dimora dà realtà all’Ombra e alla lotta. Lotta che non potrà avere come epilogo la scomparsa del nostro oscuro nemico: l'Ombra non può essere eliminata, pena una vita bidimensionale, angosciosa, invisibile. Come quella di Peter Schlemihl, personaggio dell'operetta di Chamisso, che vende l'Ombra al diavolo in cambio della ricchezza. Oppure, come scrive Trevi in una breve intervista sull'Ombra, pena l'assenza di "spina dorsale". L'Ombra dovrà essere conosciuta e osservata come si farebbe con bellissimi animali selvaggi, dietro ad un vetro o uno schermo che ci protegga dalla loro aggressione. Ma quanta energia e vitalità essi possono ispirarci! Così la nostra Ombra: la Psicodialettica insegna a non averne paura bensì a interloquire, giocare e rivitalizzarci grazie ad essa. Per la Psicodialettica il confronto con l'Ombra caratterizza il secondo viaggio, quello di ascendenza junghiana, che mette al centro del trattamento i genitori mitici interni e l'influenza archetipica che hanno sull'individuo.
Si ripeterà, per tutta la vita, questo processo conoscitivo che, lungi dall'esaurirsi in un unico episodio di assorbimento dell'Ombra, è però nel primo episodio che esplica il suo potere e getta le basi per avviare l'interminabile confronto con l'Ombra individuale.
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