Tristezza e depressione
- lisamarchetta
- 14 feb 2019
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Essere tristi è una condizione umana normale, fisiologica quando si perde qualcosa o qualcuno. Spesso si trasforma in malinconia, ci porta a pensare al passato, a chiuderci in noi stessi per ascoltare i nostri bisogni. La tristezza arricchisce la visione del mondo e di noi stessi, porta alla riflessione e al desiderio di riparare se abbiamo commesso errori. Il grande poeta Kahlil Gibran scriveva: "Interrogo la tristezza e scopro che non ha il dono della parola; eppure, se potesse, sono convinto che pronuncerebbe una parola più dolce della gioia". In ogni caso essa lascia il posto ad altri stati d'animo, come la gioia, la rabbia, la sopresa, quando l'occasione lo consente e nuovi bisogni nascono. Lo stato depressivo invece si caratterizza per essere duraturo nel tempo, per farci rimuginare senza sosta sulla nostra inutilità, per farci sentire la vita senza speranza. Esso non si scosta per lasciar entrare altri stati d'animo e copre come una nuvola scura e densa la nostra esistenza. Spesso è necessario intervenire con farmaci, è necessaria una diagnosi con uno psicologo esperto e un consulto psichiatrico. Un intervento di psicoterapia di medio termine (6 mesi/1anno) può portare a buoni risultati. In altri casi ancora può essere necessario un ricovero. Il grande psichiatra Eugenio Borgna nel suo libro Elogio alla depressione riconosce alla malattia la possibilità di portare a cambiamenti radicali e positivi. La luce torna e la vita ha di nuovo senso.
Pubblicato: 6 feb 2019
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